 |

ROMANO, ESERCITO
Nell'antica Roma, il servizio militare in origine
s'identificava con l'essere cittadino. Servio Tullio (VI secolo a.C.)
organizzò l'esercito in base alla tattica oplitica (opliti)
e all'ordinamento centuriato: quelli che avevano censo sufficiente per
armarsi erano chiamati a servire ordinati in centurie,
che, secondo la tradizione, erano 193, comprese le 18 di cavalleria. I
seniores, al di sopra dei 47 anni, non erano in servizio attivo,
mentre gli iuniores delle prime tre classi censitarie, con 60 centurie
davano un contingente di 6000 uomini: la legione serviana (doppia
rispetto al precedente esercito gentilizio). Lo schieramento era articolato
su tre linee: gli astati, più giovani, stavano davanti;
i prìncipi, più maturi, in mezzo, costituivano il
nerbo della legione; i triari, veterani, formavano una riserva
in grado di decidere la battaglia. Le unità tattiche erano: il
manipolo, un trentesimo della legione, composto da due centurie,
e la coorte, un decimo della legione, formata da sei centurie.
Accanto ai legionari le truppe ausiliarie (auxilia), fornite dagli
alleati, costituivano le ali dell'esercito. Il comandante aveva intorno
a sé un corpo scelto, la coorte pretoria. All'epoca dell'assedio
di Veio (intorno al 400 a.C.) fu introdotto lo stipendio militare. Durante
le guerre puniche i consoli comandavano parecchie legioni (fino a 23):
Polibio narra che ogni anno se ne arruolavano quattro nuove. Man mano
si abbassò il censo minimo per l'arruolamento, finché Mario
nel 107 a.C. arruolò i nullatenenti. Così ebbero origine
gli eserciti professionali volontari, che durante le guerre civili rappresentarono
un indispensabile supporto politico per i loro comandanti. Quando Augusto
congedò gli eserciti triumvirali, stabilì un esercito permanente,
composto di legioni, reclutate fra cittadini romani, e auxilia
di peregrini, cioè stranieri, che ricevevano la cittadinanza
al momento del congedo. Il servizio durava sedici anni (venti dal 6 d.C.),
con la possibilità di aggiungerne altri quattro come veterani in
un corpo separato, sub vexillo. Nel corso dell'impero si eliminarono
progressivamente le differenze fra legionari e ausiliari. La strategia
di concentrare le truppe lungo i confini portò all'uso di vexillationes,
corpi distaccati e inviati dove c'era necessità. L'estensione di
questo espediente condusse alla riorganizzazione di Costantino (IV secolo
d.C.), il quale incrementò l'esercito mobile (il comitatus
istituito da Diocleziano), riducendo i militari stanziati ai confini (limitanei).
I comitatenses, che erano metà degli effettivi, erano comandati
da magistri militum.
R. Scuderi

E. Gabba, Per la storia dell'esercito romano in età imperiale,
Patron, Bologna 1974. |
 |